I nostri luoghi: Arese

11 Dicembre 2020• di Giovanni Formigoni e Alessandro Belotti
La città di Arese è diversa dalle altre città del Rhodense, da ogni punto di vista. Già soltanto entrandoci, le prime volte, ti accorgi come sia un altro pianeta anche per la sua forma e la disposizione dei suoi elementi: i grandi viali alberati; le piste ciclabili; e poi i villaggi, certe case con i tetti spioventi che arrivano fino a terra sembrando quasi baite di montagna.
Arese è indubbiamente nella Terra di Mezzo: un po’ si affaccia su Rho e un po’ sul Bollatese e, se guardi i villaggi, agglomerati di case separati dal resto della città, questi hanno proprio l’aria delle case degli hobbit, quasi come dei funghi nella campagna. Entrarci, nei villaggi, è come entrare in un mondo altro, un luogo fantastico fuori del contesto dell’hinterland milanese. E allora, forse, dovresti pensare piuttosto agli Elfi, per stare nella Terra di Mezzo: sì, Arese è soprattutto Rivendell, Gran Burrone, la casa di Elrond.
È la città degli Elfi perché la comunità aresina ha una marcia in più, come se le fosse restata dalle macchine dell’Alfa che ha prodotto per decenni: vera classe, gente. Lo vedi chiaramente se, sfilando tra i vialoni e gli agglomerati semi-autonomi, ti capita per sbaglio di finire in centro. Perché sì, Arese ha anche un centro! E in centro ci hanno messo la piscina, le floride attività commerciali e i Salesiani. Bastano queste tre cose per raccontare la comunità aresina: verrebbe da pensare che lì siano tutti sportivi, benestanti (uno dei comuni più ricchi d’Italia in effetti), e con uno spiccato senso della solidarietà organizzata, “fatta come si deve”, e in grande scala.
Del resto è questa l’impressione che ci siamo fatte e fatti frequentando gli aresini in questi anni. Una gara di solidarietà e di partecipazione civica permanente, in cui non basta fare qualcosa di utile, si deve farlo con passione e in grande stile: e allora perché un comitato genitori non può diventare un’associazione stabile per partecipare a bandi e fare progetti? E chi lo dice che non possiamo avere sia un Alzheimer Cafè che un vivacissimo centro giovanile come lo Youngdoit? Verrebbe da pensare che con tutti questi Elfi in giro, essere un Hobbit ad Arese non sia così male… certo, sempre che gli Elfi non si rintanino nei villaggi dorati… ma ovviamente anche per questo ci si sta attrezzando: e vai col progetto dei Condomini di Comunità!
Insomma, Arese a volte ricorda il Jazz: mutazioni continuamente vivaci, ma all’interno di regole ben precise e sofisticate.
E poi quanto è cambiata Arese da quando abbiamo iniziato a fare le prime riunioni nella saletta del Centro anziani e nella vecchia Biblioteca. In così pochi anni sono nate tante di quelle cose: dal meraviglioso Centro Civico, l’Agorà – una vera piazza della cittadinanza, con la Biblioteca, il Consiglio comunale che si riunisce lì, gli studenti che studiano, e fuori quando passa anche il mercato – all’altro “Centro”, quello commerciale, immenso, che se qualcuno per stare nella metafora potrebbe accostare all’oscura Mordor, preoccupato dalle sue esternalità negative, qualcun altro ti dice pragmaticamente che dà anche così tanto lavoro…

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