Annamaria Zardo. 16 luglio 2020, Settimo Milanese. Nonostante il caldo estivo, lo spazio compiti After School non si ferma. All’aperto si può. Siamo vicine alla panchina rossa, nel parco giochi di Settimo. Rumori, macchine che passano vicine. Qui siamo nel mezzo della lezione. Tra un gelato e la merenda, la bimba cerca di rispondere a quesiti di matematica. Molto caldo e fatica a catturare l’attenzione della bimba.

Un luogo scoperto

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Il luogo che ho scoperto, un anno e mezzo fa, è palazzo Granaio. Ne sentivo sempre parlare, sapevo che facevano tante attività, ma non ero mai entrata. Invece, alla fine dell’estate ho detto: “proviamo a vedere che cosa succede lì dentro.” Sono entrata e ho incontrato Viviana, subito molto accogliente nei miei confronti. Io ero appena andata in pensione, ho chiesto se potevo fare qualcosa, mi interessava soprattutto fare quello che è stata la mia attività di insegnamento. Volevo mettermi a disposizione o per i bambini oppure per insegnare l’italiano. Così è iniziata questa avventura. Ho scoperto questo posto in cui ci si trova sempre bene. Trovi sempre persone sorridenti che ti accolgono.

Una scelta importante

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Pensando al mio percorso di vita posso dire che una delle scelte importanti è stata quella professionale, infatti, al termine delle magistrali mi sono iscritta all’università, poi è successo qualcosa di brutto in famiglia, e ho dovuto scegliere. Sono rimasta da sola, ma mi è stata data in quel momento l’opportunità di insegnare, fare dopo scuola nell’attività parascolastiche. Poi ho lasciato l’università e da lì ho continuato. Devo dire col senno di poi è stata una buona scelta, è stata una buona professione che mi ha dato grandi soddisfazioni.

La comunità

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La parola comunità è molto grande da definire, perché le comunità sono tante. Se penso alla mia esperienza, sono stata dentro una comunità educante per quarant’anni, ed era quella la mia comunità. Voleva dire: far parte di un gruppo, progettare, verificare e anche scambiarsi esperienze non solo professionali, ma anche personali. Ci sono altri tipi di comunità, come quella familiare di cui ognuno fa parte. Questa può essere una delle tante comunità. La comunità secondo me è un gruppo che si propone degli obiettivi che cerca di perseguire insieme, quindi lavorare per raggiungere un traguardo, mettere a disposizione le proprie competenze, metterle al frutto e cercare di raggiungere un risultato buono.

I laboratori di comunità

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Entrando a far parte della comunità della scuola d’italiano sono nate tante amicizie. Queste amicizie poi si sono consolidate, si sono create affinità tra le persone più simili a me, ma anche differenti da tanti punti di vista. Da questo gruppo è nato un altro progetto: “Aurora”, che mi ha visto parte attiva e che adesso stiamo portando a termine. Ci stiamo formando per poter cominciare ad aiutare queste donne che sono in difficoltà.

Annamaria Zardo. Gennaio 2020, Palazzo Granaio, Settimo Milanese. Abbiamo festeggiato Cristina che lasciava la scuola, ma poi è tornata!

Annamaria Zardo. 3 giugno 2020, Settimo Milanese, Piazza Tre Martiri. Una mattina come tante di giugno. Alle ore 10. La maestra e l’alunna fanno lezione d’italiano. Gli anziani seduti sulle panchine vicine ci osservano con molta curiosità. La studentessa è Rabia e si deve preparare per l’esame di italiano che si terrà a Roma per il suo noviziato. Tra di noi è nato anche un bel rapporto. Lei diceva che parlare con me era come parlare con la sua mamma. Dopo la lezione prendevamo il gelato. Lei sempre al mango, perché quel frutto le ricordava il Pakistan. Rabia poi ha portato in Pakistan il libro della grammatica italiana che si vede in foto.

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